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Spesso le vetrate medievali hanno vetri soggetti a processi disgregativi che causano (specie dal verso) formazioni di microcrateri e stratificazioni gessose. Nella sequenza fotografica si osserva la stessa tessera vitrea fotografata a luce riflessa e trasmessa |
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Vetri medievali di tipo particolare possono presentare processi di alterazione diversi (ad esempio quelli con elevato contenuto di ferro e manganese). Gli interventi di rimozione con bisturi si eseguono in modo graduale per non creare ulteriori squilibri cromatici e con cautela per non toccare il vetro sano sottostante. Firenze. Certosa del Galluzzo. Vetrata di Niccolò di Pietro Gerini (fine XIV secolo) |
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E' necessario trattare i vetri soggetti a corrosione perché i depositi porosi favoriscono il ristagno di umidità e la crescita di microrganismi, oltre a oscurare la luce entrante; si evita tuttavia l'asportazione completa in quanto inutile ai fini della conservazione. Firenze. Certosa del Galluzzo. Vetrata di Niccolò di Pietro Gerini |
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Nella foto si osserva la rimozione dei depositi polverulenti effettuata meccanicamente con un bisturi a scalpello. | |
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Sulle tessere vitree interessate da processi disgregativi del vetro si fanno impacchi localizzati con soluzioni deboli e tempi selezionati secondo le necessità. Sia i trattamenti chimici che quelli meccanici agiscono sui depositi di alterazione eliminando lo strato opacizzante. In foto, trattamento con gel. |